Dal primo comizio 2017…

 

5 anni fa mi sono candidato per la prima volta alle comunali di Bari Sardo. Allora avevo 27 anni; un amico, Diego Angius da qualche tempo frequentava delle riunioni politiche in vista delle elezioni comunali. Mi ricordo ancora la telefonata di Diego….mi trovavo ad Isili per lavoro. Il succo della telefonata era questo: tu che sei appassionato di politica, che ne dici di partecipare ad una nostra riunione? La mia risposta fu “si, perché no!”
La nascita del gruppo avvenne grazie a persone ambiziose che prima di me avevano prospettato un’idea di sviluppo e cambiamento per Bari Sardo. Simone Tascedda, Stefano Chiai e Alessandro Ligas è stata loro l’idea iniziale del progetto.

Ricordo ancora il giorno della mia prima riunione: c’era un ragazzo con un accento mezzo romano mezzo sardo che aveva la fissa delle piazze; una ragazza, imprenditrice, che parlava dell’importanza della valorizzazione del patrimonio ambientale di Bari Sardo e della sua idea di sviluppo ecosostenibile; c’era poi un esperto di informatica, un ragazzo che parlava poco, ascoltava tanto e con una voglia di fare impressionante. C’era poi un geometra con non parlava altro che dei problemi della viabilità e della necessità di adottare al più presto un piano del traffico. Ricordo poi un signore sulla cinquantina con difficoltà motorie che sottolineava l’urgenza di abbattere le barriere architettoniche presenti nel paese.

La partecipazione a queste riunioni che avvenivano con cadenza settimanale in seguito si trasformò in una richiesta di candidatura alla quale risposi in questa maniera “sono pronto a darvi una mano ma preferirei non candidarmi…”. Avevo sentito che esporsi non era conveniente per me, che la politica di Bari Sardo era un qualcosa che era meglio delegare ad altri. Ma le riunioni si susseguivano una dopo l’altra, si analizzavano problematiche, si conosceva sempre meglio i componenti del gruppo, si facevano tante proposte e spesso tutto ciò era anche divertente. Mi sentivo oramai parte integrante del gruppo. Mancavano poco più di due mesi dalle elezioni del 2012, a quel punto fui io a chiedere al gruppo se fosse stato possibile candidarmi.

Fu così che partecipai alle elezioni comunali del 2012, allora il candidato sindaco era Valerio Dettori, quel ragazzo dall’accento mezzo romano – mezzo sardo. Un maestro di vita. La persona più libera che io abbia mai conosciuto. Tutto il gruppo era fantastico, eravamo pronti a metterci in gioco, a dire la nostra. Le competenze erano tante, ognuno nel proprio settore di appartenenza (giuridico, informatico, imprenditoriale, ingegneristico-progettuale, sanitario, commerciale, c’era di tutto).

Da subito ci scontrammo con un muro: il vecchio modo di fare politica e il pregiudizio.

Non era e non è ancora oggi facile abbattere questo muro. Il vecchio modo di fare politica prevede che spesso e volentieri il voto viene considerato alle stregua di un oggetto, merce di scambio utile per restituire un favore, soddisfare un debito, adempiere ad una promessa oppure semplicemente per dimostrare affetto e vicinanza ad un amico o parente. Chi di voi non è mai capitato sentire queste frasi: “du votu ca di deppu unu prageri”, oppure “du votu poitta mi dari periu s’annu passau”, oppure “du votu ca seusu parentisi”, “ca seusu amigusu” ecc. ecc. Il voto è qualcosa di più profondo, è uno dei pochi diritti che ci sono rimasti.

Il muro del pregiudizio invece prevedeva che se eri un giovane tra i 25 e i 45 anni che per la prima volta si voleva occupare di politica non eri altro che “unu piccioccheddu inespertu”. Era curioso, pensate che non venivi nemmeno identificato con il tuo nome ma con l’appellativo “su figgiu de..”. Le tue competenze, il tuo investimento in studio, in cultura, il tuo interesse, la tua voglia di dire la tua era irrilevante, passava tutto in secondo piano.

E pensare che il concetto di giovane in quella fascia di età 25 – 45 anni è una cosa tutta italiana, perché basterebbe appena appena affacciarsi oltre lo stivale per capire che non è così.
Nonostante ciò affrontammo la campagna elettorale a testa alta, siamo andati in giro a raccontare in piazza e nelle case la nostra idea di sviluppo. Dell’importanza che era arrivato il momento di realizzare progetti che Bari Sardo attende da troppo tempo: Il PUC (piano urbanistico comunale), il PUL (piano di utilizzo dei litorali), la zona industriale, una via commerciale attrezzata, un piano della viabilità, settori chiave dell’economia di Bari Sardo, da troppo tempo non ricevono la dovuta attenzione. La storia la conoscete tutti: la Lista civica L’Alternativ@ per Bari Sardo, perse di un solo voto. Certo, non vi nascondo la delusione, l’amarezza di una vittoria sfumata per un solo voto.

Tuttavia io e Valerio Dettori fummo eletti in minoranza. Abbiamo fatto parte dei banchi dell’opposizione per 5 anni. Ricordo ancora la prima riunione di Consiglio, quella del primo insediamento. Con molta timidezza presi la parola e dissi che noi dell’Alternativ@ avremmo voluto dare il nostro contributo propositivo, avemmo voluto dare una mano ai colleghi della maggioranza e per chiudere ogni polemica sull’esito del voto dissi che anche se di un solo voto il Sindaco Paolo Fanni aveva la legittimazione popolare e pertanto era suo diritto-dovere amministrare. Perché affinché si parli di democrazia e giusto che si parli anche di regole della democrazia.

Nel 2012 vennero presentate 4 liste, una vera e propria voglia di mettersi in gioco da parte di tanti candidati. Oggi invece, a parte il nostro gruppo, non ci sono state altre forze politiche che hanno voluto presentare la propria candidatura. Ho fatto parte dei banchi della minoranza per 5 anni e, fin dal primo giorno di insediamento in Consiglio Comunale, abbiamo improntato il nostro lavoro in maniera costruttiva e leale. Spesso anche con toni accesi e duri. Abbiamo presentato tante proposte di delibera, regolamenti, interrogazioni e mozioni di ogni tipo. Abbiamo si svolto il nostro ruolo di controllori ma non abbiamo mai fatto mancare le nostre proposte. Raramente ci è capitato di disertare le riunioni di consiglio. Il tutto con un solo fine: l’interesse della comunità che ci eravamo proposti di rappresentare.

Il confronto ed il contraddittorio tra forze politiche, se fatto in maniera costruttiva e leale, è per noi dell’Alternativ@ un valore importante.

Oggi le regole della democrazia prevedono che si ha di fronte una scelta, andare a votare l’unica lista che si è proposta di amministrare Bari Sardo. Una lista fatta di persone capaci ma umili, di giovani e meno giovani, persone aperte al confronto e alla partecipazione dei cittadini bariesi. Persone disposte ad accogliere suggerimenti, sentire problemi, particolarità e disposte a cercare le soluzioni richieste dal caso. Oppure non andare a votare favorendo la nomina di un commissario nominato da Cagliari che oltre a verificare gli equilibri di bilancio, far quadrare i conti e rispettare gli adempimenti di legge ho forti dubbi che si spinga oltre. Mi chiedo solo cosa sarà del capitolato sulla gestione del servizio della raccolta differenziata dei rifiuti che è in procinto di scadenza.

Chi terrà conto delle diverse criticità di questo servizio che sono emerse in questi anni? Della nostra battaglia sulla addizionale IRPEF? Del calendario annuale degli eventi su cui stiamo già lavorando? Di quante altre cose non terrà conto?

Bari Sardo, è il terzo paese più popoloso d’Ogliastra, e come tale ha diritto ad un ruolo centrale nel panorama politico ogliastrino.

La nostra è una squadra composta non solo da 13 candidati. E’ molto di più, è una squadra composta da circa 30 persone che in vario modo credono nel progetto dell’Alternativ@ e sono disposti a dare il loro contributo. Il nostro è stato ed è un progetto ambizioso, creare un “GRUPPO DI LAVORO”, non solo una lista di candidati. Un gruppo di lavoro che accompagnerà l’amministrazione di Bari Sardo per 5 anni. Un gruppo che è destinato a crescere ed espandersi come un virus. Che riaccenda nei Bariesi la voglia di rioccuparsi dei problemi del paese, di non delegare sempre e comunque cosi come inizialmente pensavo io stesso. Di fare politica!

Capisco che parlare di politica di questi tempi non è certo semplice. Spesso il termine politica viene immediatamente accomunato alla mala-politica.

Tuttavia, siamo convinti che per far si che ci sia un vero cambiamento occorre il coinvolgimento dell’intera popolazione che passa da un confronto continuo con la stessa. Soprattutto nelle decisioni più importanti. Gli incontri di settore sono un piccolo esempio del metodo che intendiamo utilizzare.

Vorrei ancora una volta, cogliere l’occasione per ringraziare queste persone: Mauro Loi, Alessandro Ligas, Luisa Carracoi, Gianfranco Deiana, Eleonora Fanni, Mariella Boi, Elena Piras, Luca Schirru, Serena Loi, Azzurra, Mauro Piras, Sergio Serra, Alessandro Acciu, Michele Carta, Raffaele Pisu, Giorgio Serra. Grazie per il vostro lavoro, la vostra pazienza e il vostro contributo.
Un ringraziamento va anche ai candidati:

ANGELO BRUNDU, un ragazzo particolarmente sensibile alle problematiche sociali, ha tante idee per il settore. Ha un progetto, la banca del tempo, spero di poterlo approfondire assieme a tutta la squadra.

MARIA LUISA ATZENI, di professione fa l’avvocato, ma è anche madre di due figli, preferisce ascoltare che parlare tanto, ma con poche parole va subito al fulcro del problema. E’ la persona più predisposta al confronto che io abbia mai conosciuto.

CRISTIAN BARRILI, persona pratica, un professionista, spesso le mille parole le riassume in poco tempo con i fatti, è ossessionato dal piano del traffico.

DIEGO ANGIUS, l’amico che tutti vorrebbero, persona sempre presente e pronto a dire la sua.

FABIANA CASU
, grande lavoratrice, determinata, capace, è incredibile la voglia che ci mette in ogni cosa che fa. Delle volte è un po’ permalosa ma credo che faccia parte del suo essere donna. Ha sempre la penna in mano e non le sfugge nulla.

FABIO TODDE, persona lungimirante che crede in progetti ambiziosi. Ha un’ottima idea sulla gestione del ciclo dei rifiuti che spero di poter approfondire.

ALESSIO PISCHEDDA, laureato in giurisprudenza, come tutti noi giuristi è abituato a ragionale in maniera razionale. Alla sua seconda riunione con l’Alternativ@ aveva già predisposto uno studio completo su un progetto ambizioso che intendiamo realizzare.

FILIPPO MARRAS, la disponibilità in persona, delle volte pecca un po’ sulla concretezza ma è sempre pronto a dare il suo contributo. Ha fatto della diplomazia il suo stile di vita.

FRANCESCA UDA, sposata, madre di due figli lavora nel sociale come educatrice con bambini ed anziani. Ha fatto del suo lavoro una vera e propria passione.

SALVATORE CHIAI è una vecchia guardia dell’Alternativ@, nel momento del bisogno è sempre disposto a sacrificarsi per il gruppo e a dire la sua.

VERONICA LAI, imprenditrice, madre di due figli. La definirei come una donna dalle mille risorse. Delle volte quando dice la sua opinione pare che cerchi lo scontro. Non è così, il suo è un modo per cercare un confronto ed arricchire la discussione.

VALERIO DETTORI non ha bisogno di presentazioni, ripeto è la persona più libera che io abbia mai conosciuto, un maestro di vita. Odia il pregiudizio, ha la fissa per le piazze. Ah dimenticavo…è logorroico!!!

Questo è solo parte di quanto è stato detto al comizio che si è tenuto ieri alla Piazza B.V. del Monserrato, presto per chi non ha avuto la possibilità di partecipare all’incontro, verrà messo online il video integrale del comizio.

Ringrazio tutte le persone che ieri hanno scelto di venire ad ascoltarci.

Ivan Mameli

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