Fanni, Pinna e Dettori sfidano il sindaco uscente Casu
Tra gli impegni urgenti del futuro sindaco c’è l’adozione del Puc. I proprietari delle case abusive riuniti nel Movimento No ruspe, intanto, sperano di avere una sanatoria entro il 30 settembre.
Più verde, più bella, più turistica e con un Puc bell’è fatto. A tener fede alle promesse elettorali, la Barisardo del futuro sarà così. Questo, in base alle promesse dei quattro in corsa per la poltrona del sindaco. Gli obiettivi sono molto simili, a fare la differenza sono i percorsi individuati dai candidati che sperano di amministrare questo centro di 3.972 abitanti sulla costa d’Ogliastra. Sfruttare la vocazione turistica del comune che vanta nove chilometri di coste è una delle priorità, insieme a quella di rivitalizzare l’agricoltura e la pastorizia e, manco a dirlo, sanare l’abusivismo edilizio che ha infestato il territorio. Un poker di nomi per il vertice del Municipio: Paolo Casu (sindaco uscente), Anton Pinna, Paolo Fanni e Valerio Dettori.
A CACCIA DI CONFERME
Paolo Casu, sindaco uscente, geometra di 52 anni, spera che gli elettori di cinque anni fa tornino alle urne per riconfermare la fiducia e dargli il tempo di finire quello che ha iniziato. «Cinque anni non bastano. Serve continuità. Durante la legislatura che si è ormai conclusa, abbiamo gettato le basi per creare la zona artigianale, il piano del centro storico, il sistema di irrigazione che permetterà di recuperare le acque del depuratore per utilizzarle nei campi e non solo». Al centro dei pensieri del primo cittadino eletto nel maggio del 2007 con 818 voti, ci sono le iniziative che potrebbero rilanciare il settore turistico. «Stiamo lavorando alla creazione di un’area marina protetta di fronte all’altopiano di Teco, ma anche alla valorizzazione dell’ex Galoppatoio dei carabinieri che ormai da anni è in stato di abbandono».
IL DOTTORE
Anton Pinna, 38 anni, una laurea in legge e il «desiderio di cambiare le cose. È stato il degrado del mio paese a spingermi verso questa candidatura». Un esordiente della politica che ha in mente un progetto di lavoro chiaro e preciso. «Il vero problema di Barisardo è il lavoro che non c’è. Per questo come sindaco cercherò di sostenere tutte le cooperative e le associazioni che investiranno per creare occupazione. Il mio ideale è un paese a vocazione turistica. Con il rilancio del turismo anche gli altri settori potranno risollevarsi, a partire dall’edilizia, l’agricoltura, la pastorizia e il commercio. Il primo obiettivo? Riportare la bandiera blu a Barisardo». La lista è Rinnovamento bariese, «un misto di giovani e persone di esperienza».
IL FORMATORE
Paolo Fanni ha 52 anni, un’esperienza come insegnate nel centro regionale di formazione e, alle spalle, altri tentativi di scalare il Municipio. «I problemi di Barisardo sono molti e le risorse finanziarie poche. Bisogna chiedersi perché Barisardo è l’unico paese della costa che dal 1993 non cresce. Credo dipenda dalla situazione generale: bisogna rendere bello questo paese. A cominciare dal Puc che potrà dare risposte all’edilizia, anche nel settore turistico. E poi, serve un piano per l’utilizzo dei litorali, non è possibile che un turista arrivi a la Torre o a Cea e si debba chiedere “Dove sono finito?”. Non ci sono negozi, pochi ristoranti e nessun servizio». Non solo turismo. «Credo che sia necessario invitare i piccoli agricoltori a unirsi in associazioni che consentano loro di stare sul mercato».
IL DESIGNER
Valerio Dettori, architetto di 38 anni, vuole sfruttare le sue competenze. «Abbiamo un problema con il decoro urbano e con alcuni problemi pratici: molte case sono da finire, i marciapiedi mancano o non sono accessibili a tutti, quando passa l’autobus si deve bloccare tutto il traffico. In alcune zone non c’è la linea telefonica a terra e per avere internet bisogna mettersi d’accordo col vicino. Ecco, io vorrei iniziare dalle piccole cose che, però, fanno la differenza nella vita delle persone. Di estrema importanza è la pianificazione urbanistica, ho assistito agli incontri dei tecnici che stanno studiando il piano per il centro storico e ho avuto paura di quello che potrebbero fare».
Mariella Careddu
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