Sintesi sulla riunione di Consiglio del 29 novembre… facciamo un po’ di chiarezza

 

Venerdì 29 Novembre 2013 si è svolta la riunione del Consiglio Comunale i cui punti all’ordine del giorno sono stati:

  • Approvazione verbali seduta precedente;
  • Tributo Comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES). Determinazione tariffe anno 2013. Proroga scadenza I° rata (punto 1);
  • Approvazione aliquota addizionale comunale IRPEF anno 2013 (punto 2);
  • Approvazione programma triennale ed elenco annuale dei lavori pubblici con riferimento al triennio 2013/2015 (punto 3);
  • Approvazione Bilancio di Previsione esercizio finanziario 2013, Bilancio Pluriennale 2013/2015 e Relazione Previsionale e Programmatica (punto 3);
  • Art. 175, comma 8, D. Lgs. 267/2000 “Variazione di assestamento generale del bilancio annuale di previsione” esercizio finanziario 2013 (punto 4);
  • Risposta interrogazione Consigliere Comunale Casu Pietro Paolo: “Struttura ricettiva per anziani a Pranargia, bufala o verità”?;
  • Risposta interrogazione Consigliere Comunale Pinna Anton: “Piano per gli insediamenti produttivi, Zona D4” Piano Finanziario TARES. Modifica.

 
Tutto quanto sopra, fatta eccezione per le interrogazioni dei Consiglieri Casu e Pinna (ultimi due punti all’ordine del giorno, non affrontati per l’improvvisa interruzione della seduta causa “abbandono” della segretaria pro-tempore per l’eccessiva durata), come da prassi è stato approvato con i voti favorevoli della maggioranza e quelli sempre contrati dei Consiglieri di minoranza Dettori, Mameli, a volte di Casu e l’astensione sempre del consigliere Pinna.

Come da prassi è stata l’opposizione, come nelle precedenti sedute, l’unica a far sentire la propria voce per fornire spiegazioni sulle tematiche affrontate e fornire motivazioni a sostegno del voto contrario, opposto nella gran parte delle proposte avanzate dalla maggioranza, il tutto alla presenza di numerosi cittadini intervenuti per ascoltare la discussione su quello che era l’argomento clou della giornata:

 

1. Tributo Comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES), determinazione tariffe anno 2013
Ebbene l’approvazione delle tariffe è stato l’ultimo atto di un percorso intrapreso dalla maggioranza piuttosto tardivamente (come in tanti altri casi), e iniziato nella seduta di consiglio del 28 ottobre 2013, con l’approvazione del regolamento sulle modalità di applicazione di questo tributo, che subentra alla TARSU e che con molta probabilità l’anno prossimo andrà a decadere.

Ma partiamo dal fornire alcune delle spiegazioni su cosa sia la TARES, già esposte in Consiglio, prima di parlare del problema che questa Tassa andrà a costituire per i cittadini:

sulla base di quanto stabilisce il D.Ls 15 dicembre 1997 n.446 i Comuni hanno acquisito un ampio margine di autonomia nel decidere l’impostazione da dare ai tributi/tasse comunali che rappresentano una grossa fetta sull’intera pressione fiscale che grava sui contribuenti, nel caso specifico della TARES, il comune definisce il regolamento sulla base di norme date dal legislatore e individua le tariffe da applicare sul tributo, nell’ambito di un range di coefficienti stabiliti dallo stesso legislatore che vanno da un minimo ad un massimo, quindi “la definizione concreta della tariffa rientra in quello spazio di discrezionalità di orientamento politico- amministrativo che la giurisprudenza ha sempre riconosciuto nell’ambito degli atti regolamentari e di determinazione tariffaria dei comuni” (D.P.R. 158/1999) questi atti “ non richiedono una particolare motivazione in ordine alle singole determinazioni, essendo sufficiente che le stesse non appaiano manifestamente illogiche o sproporzionate” cosa che a noi invece sembra stia accadendo.

E ancora “ …le tariffe del nuovo tributo sui rifiuti dovranno essere commisurate alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, per cui l’individuazione di tali tariffe, al pari della definizione del riparto dei costi tra utenze domestiche e le utenze non domestiche, non dovrà necessariamente tenere conto dell’effettiva produzione di rifiuti di ogni singola utenza, ma dovrà essere basata su criteri presuntivi che la stessa normativa ha individuato nei coefficienti….”e inoltre la TARES così come la TARSU “ mantiene la sua natura tributaria, rientrando ….tra le tasse di scopo, ossia mirano a fronteggiare una spesa di interesse generale ripartendo l’onere sulle categorie sociali che da questa spesa traggono vantaggio….”

Andando al sodo, la TARES che tutti i cittadini di Barì Sardo andranno a pagare sarà così composta:

  • una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio;
  • una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio di gestione dei rifiuti, quindi l’intero costo del servizio nettezza urbana;
  • una quota a copertura di una serie di servizi indivisibili forniti al cittadino come ad esempio l’illuminazione, lo spazzamento delle strade, etc;

 
Il tutto per un importo pari a € 867.958,79, di cui il 73% (€ 633.774,39) a carico delle utenze domestiche, e il restante 27% (€ 234.184,40) a carico delle utenze non domestiche.

A queste quote si somma un 0,30 € a mq riservato allo Stato ( € 95.520,30) e un 3,14 % ( € 27.253,90) riservato alla Provincia.

Insomma tirate le somme, nel giro di 4 mesi circa, i cittadini bariesi dovranno versare € 990.732,99, per la TARES del’anno 2013, una bella cifra soprattutto se concentrata in un arco di tempo così breve, e se si pensa che forse nel 2014 si dovrà pagare ancora quella del 2012 e del 2014.

Un 1.000.000,00 di euro che se ne và dalle tasche dei bariesi tutto insieme, sarà un duro colpo. Si prevede un 2014 veramente pesante dal punto di vista tributario.
Avrebbero almeno potuto muoversi per tempo in modo che questa tassa potesse essere pagata in tempi più dilatati, ad esempio 3 rate a cadenza quadrimestrale (una ad aprile, una ad agosto ed una a dicembre).

Se i commercianti sono preoccupati perché la tassa colpisce soprattutto loro, ci chiediamo: hanno riflettuto sul fatto che anche il potere d’acquisto dei cittadini sarà ancora più ridotto e quindi, oltre al salasso dell’imposta diretta dovranno fare i conti con la riduzione dei consumi che questa tassa indirettamente causerà?

Detto ciò cosa ha proposto ed approvato la maggioranza:

sulla base di simulazioni effettuate dall’Ufficio Tributi del Comune, la maggioranza ha ritenuto opportuno applicare la tariffa minima a tutte le attività tranne a quelle racchiuse in tre categorie:

  • Campeggi, Distributori di carburanti
  • Supermercati, Pane e Pasta, Macelleria, salumi, Formaggi, Generi Alimentari
  • Ortofrutta, Pescherie, Fiori e Piante

per le quali invece verrà applicata una tariffa compresa tra minima e media.

Questo non perché hanno ritenuto che queste 3 categorie producessero meno spazzatura, ma semplicemente dettato dal fatto che se avessero applicato i coefficienti minimi, queste attività avrebbero risparmiato rispetto all’anno precedente; e non sia mai che il Comune faccia spendere un centesimo in meno anche a un solo cittadino.

Contrariamente a quanto promesso ai Consiglieri di minoranza (Dettori e Mameli) che nella precedente riunione di Consiglio (28/10/2013) avevano richiesto e strappato la promessa al Sindaco che sarebbero state applicate le tariffe minime imposte dalla legge a tutte le categorie, come anche scritto nei verbali di delibera.

Una promessa mancata, come anche quella di non applicare un aumento del 30% a chi non pagherà la rata entro i 15 giorni dalla data di scadenza. Sempre tanti bei propositi, promesse, che poi nei fatti spariscono, si dissolvono nel nulla.

Da una analisi sommaria delle tariffe (vedi programma per il calcolo) salta all’occhio che la categoria più penalizzata tra le attività sarà quella dei Ristoranti, Pizzerie, a seguire quella dei Bar e Pasticcerie mentre per assurdo una delle meno penalizzate sarà quella delle banche per le quali i coefficienti di calcolo della tariffa sono inferiori a quelli di studi professionali, agenzie, che non crediamo producano più spazzatura delle banche. Grazie al legislatore che ha proposto dei coefficienti bassi per quella categoria e grazie alla maggioranza che nell’ambito di quei coefficienti ha deciso di applicare i più bassi.

Quindi a pagare di più saranno quelle categorie che la crisi la stanno pagando già più di tutti, si perché in tempi di crisi spesso le prime spese ad essere tagliate nel budget di una famiglia sono i Ristoranti e i Bar, considerati ormai un lusso per tanti.

Per i privati cittadini il calcolo della quota da pagare terrà conto non solo dei mq ma anche del numero di componenti il nucleo familiare, quindi più figli = più “tassa”.

A questo punto visto il “salasso” che si prospetta per tutti i cittadini di Barì Sardo, la nostra proposta è stata quella di seguire un’altra via: innanzitutto applicare anche per quest’anno la TARSU almeno per le attività produttive, come hanno fatto alcuni Comuni (vedi Santadi), visto che lo stesso Governo nazionale ha previsto questa possibilità con un atto della Camera il 1544-A, D.L. n 102 del 31 agosto 2013 (vedi l’articolo dedicato), convertito nella Legge n 124 del 28 ottobre 2013. L’atto in questione recita ” entro il termine fissato dall’art. 8 del presente decreto per l’approvazione del bilancio di previsione”, (che il comune di Barì Sardo si appresta ad approvare nella stessa seduta con un ritardo di quasi un anno),
il Comune “ può stabilire di applicare il medesimo tributo o la medesima tariffa relativa alla gestione dei rifiuti urbani utilizzata nel 2012…” cioè la TARSU ed in tal caso la copertura della percentuale di costi eventualmente non coperti dal gettito del tributo sarebbe assicurata attraverso il ricorso a risorse diverse dai proventi della tassa in questione, derivanti dalla fiscalità generale del comune stesso.

Ma perché vogliamo che venga applicata la vecchia TARSU?

Perché permetterebbe al Comune, a differenza della TARES, di farsi carico di una parte degli oneri e alleggerire l’imposta nei confronti delle utenze. Di fatto a Bari Sardo negli anni passati il Comune copriva il 20% di questa spese, mentre la TARES impone che anche questo 20% sia a carico dei cittadini, che quindi pagheranno il servizio al 100% e come se non bastasse, pagheranno un extra per la Provincia (a proposito: quale provincia?) e un extra per lo Stato.

Scegliendo la TARES si è scelto di dare il carico massimo ai cittadini, senza nessuna remora.

E l’occasione si è presentata su un piatto d’argento per la maggioranza visto che all’ordine del giorno c’era anche l’approvazione del bilancio “preventivo” del 2013 che avrebbe dovuto essere approvato entro e non oltre il 31 Dicembre dello scorso anno, tale termine è stato poi differito…il 29 Novembre era il penultimo giorno utile per approvarlo, se si fosse ritardato di soli 2 giorni il Consiglio Comunale di Bari Sardo sarebbe stato sciolto, commissariato, e si sarebbe tornati ad elezioni probabilmente in primavera.

Di fatto questo ritardo comporterà dei grandi limiti alla spesa pubblica dovuti all’inerzia, incapacità di controllo (chiamatela come volete) della maggioranza che andranno ad aggiungersi ai limiti che già ci impone quel famoso PATTO DI STABILITA’.

Cogliendo l’occasione tutta la maggioranza avrebbe potuto prevedere di coprire l’eventuale gettito mancante (20% a carico del Comune) dalla riscossione dalla TARSU, comprensivi dell’imposta dello Stato e della Provincia preventivandone per tempo la copertura in bilancio.

O avrebbe potuto scegliere anche una soluzione intermedia, applicare la TARSU, ma coprire solo il 20% dell’importo, e lasciare a carico del cittadino solo l’aumento dovuto alla quota spettante a Stato e Provincia, e di certo non avremmo avuto tutto questo mal contento.

O ancora avrebbero potuto dire che ne avrebbero coperto il 18%, o il 15%, o il 10% o Niente, ma comunque avrebbero dovuto darci delle spiegazioni, avrebbero dovuto dirci il perché hanno agito in questo modo.

Una spiegazione era doverosa. Non si può liquidare il tutto con frasi di circostanza, non supportate da numeri e dati. Non si può ridurre un argomento così serio a una frase del tipo: “se c’è da fare il parafulmine, facciamolo”, oppure se “si tira la copertina da una parte dall’altra si scopre”, è per noi inaccettabile da parte del nostro primo Cittadino essere liquidati così sommariamente.

Non ci interessa sapere il perché non hanno potuto applicare la TARSU a Lanusei o Tertenia, ci interessa sapere perché non l’hanno potuta applicare a Bari Sardo.

Ma non solo, nella precedente riunione di consiglio avevamo presentato una interpellanza dove si dimostrava, con dati alla mano, come la gestione del servizio di igiene urbana fosse completamente inadeguata (guarda l’interrogazione).

La ditta COSIR viene pagata per 100 ma svolge un servizio al 60. Se facesse con puntualità quello che prescrive il contratto e per cui è pagata, avremmo non solo un paese impeccabile ma anche un notevole risparmio sul costo dello stesso, e magari il prossimo anno, i contribuenti bariesi anziché coprire un costo della TARES di 867.958,79€, ne dovrebbero sopportare 700.000 € o anche meno.

Altra proposta è stata quella di togliere dal piano finanziario della TARES e quindi dal costo del servizio e dalle bollette, alcuni servizi che oggi dovrebbero essere gestiti dalla ditta che invece non lo fa, vedi campagna di sensibilizzazione, spazzamento manuale, falcio dell’erba, pulizia delle discariche abusive ecc.. Questi servizi potrebbero benissimo essere svolti da una cooperativa sociale di lavoratori del posto, il che porterebbe ad un notevole risparmio e nel contempo alla creazione di qualcuno di questi posti di lavoro promessi dalla maggioranza con il suo programma elettorale!!

Già in passato avevamo fatto due proposte che potevano consentire all’amministrazione di far cassa senza per forza bussare alla porta dei cittadini.

Una era quella della rimodulazione l’addizionale Irpef che, lo ricordiamo, a Barì Sardo è la più alta di tutta l’Ogliastra.. La nostra proposta prevedeva una generale diminuzione di questa tassa, fino ad arrivare ad una riduzione del 60 % per i redditi sino a 15.000€ annui. Esercizi commerciali, attività produttive, ogni cittadino Bariese che percepisce un reddito ne avrebbe goduto ad esclusione dei redditi oltre i 75.000€ annui. Avevamo trovato le coperture di questa importante riforma, andavamo a prendere i soldi la dove avevamo notato gli sprechi e le inefficienze, tipo incarichi esterni ai progettisti e agli avvocati che da anni rappresentano un capitolo del bilancio che non conosce crisi. Questa riforma avrebbe portato un alleggerimento delle tasse nei confronti dei bariesi, ad esempio un contribuente bariese che guadagna 15.000€ annui a fine anno, con la nostra riforma, gli sarebbero rimasti in tasca 120€. Ebbene, se ci ragioniamo questa proposta avrebbe rappresentato una compensazione rispetto al salasso che sarebbe arrivato con la TARES.

L’altra proposta era quella di abolire la Commissione Edilizia che rappresenta più che un valore aggiunto alla fase istruttoria, un ostacolo alla già complicata procedura che porta al rilascio del permesso per costruire. Tutto ciò comporta non solo uno scoraggiamento degli investitori, ma anche una paralisi dei cantieri edili che per un cavillo burocratico molto spesso son costretti a rimanere fermi con evidenti ripercussioni anche nei confronti dei lavoratori. Senza parlare del fatto che se non si costruisce il comune non incassa gli oneri di costruzione e quindi viene meno un’ulteriore entrata. Dal momento che la Commissione Edilizia è un organo consultivo non obbligatorio, non sarebbe il caso di abolirla??? Perlomeno si risparmiano i costi sui gettoni di presenza dei componenti.

E quindi, che non si dica che gli aumenti nel caso specifico della TARES, dipendono solo da scelte nazionali, le scelte scellerate sono della maggioranza. Se il nostro Comune si comportasse in modo più virtuoso (e non virtuale) avrebbe più potere decisionale e capacità d’investimento.

 

2. Approvazione aliquota addizionale comunale IRPEF anno 2013
Su questo punto quanto secondo noi era possibile fare, lo abbiamo già detto nelle precedenti riunioni di Consiglio, come anche accennato nel precedente punto, e per questo non intendiamo soffermarci adesso.

Ci dispiace solo sottolineare che Bari Sardo paga l’Irpef più alta d’Ogliastra.

 

3. Approvazione Bilancio di Previsione esercizio finanziario 2013, Bilancio Pluriennale 2013/2015 e Relazione Previsionale e Programmatica
Da un esame dei vari capitolati di spesa diversi elementi hanno attirato la nostra attenzione:

  • nessuna risorsa impiegata per agevolare e favorire l’occupazione anzi un taglio del 50% sui fondi regionali per l’occupazione che nel 2013 erano pari a 97.000€.
  • spesa imponente sul Titolo primo delle spese correnti, alla voce “ASSISTENZA, BENEFICENZA PUBBLICA E SERVIZI DIVERSI ALLA PERSONA” le somme impiegate sono pari a 1.278.471€; senza entrare nel merito di quella che è un oggettiva difficoltà, non vorremo che queste spese siano utilizzate per placare dei malumori dettati da una cattiva amministrazione della maggioranza. Sappiamo tutti che nel breve termine è più semplice amministrare con disinvoltura alcune voci del bilancio senza impegnarsi a realizzare dei programmi più ambiziosi che necessitano al paese.

 
Niente sul Puc, niente sull’area Rin di Teccu, niente sul Centro Ambientale di Sa Marina, niente su Pranargia.

Qualche mese fa proprio su Pranargia facemmo un’interrogazione, in quell’occasione in quest’aula erano state fatte delle promesse/rassicurazioni (chiamiamole come vogliamo). Noi avevamo chiesto una cosa chiara e precisa, abbiamo chiesto che nell’immediatezza l’amministrazione si attivasse per fare in modo di creare una strada lungo tutto il litorale e che venissero garantiti più accessi al mare. Tante belle parole, in campagna elettorale, nel programma amministrativo, in aula consiliare ma di concreto niente!

Per quanto riguarda il Mattatoio, la scorsa riunione avevamo presentato un’interpellanza riguardante la gestione del Consorzio del Mattatoio, un Ente amministrato dal Comune di Bari Sardo assieme al Comune di Loceri, in cui, la quota di maggioranza è posseduta dal nostro Comune. Le avevamo chiesto Sindaco come era possibile che la Società che gestisce il Mattatoio risulti debitrice nei confronti del Consorzio di diverse decine di migliaia di euro. Come era possibile che seppur il contratto fosse scaduto nel lontano 2007, la stessa lo utilizzi senza corrispondere alcunché. Per quale motivo non si è ancora provveduto a recuperare le somme di cui il Consorzio è creditore, somme da recuperare in modo coattivo così come previsto dallo Statuto del Consorzio.

Tutte queste sono delle circostanze che abbiamo denunciato già da tempo, ma nonostante ciò, il Sindaco, meravigliandosi di questa situazione ci aveva risposto che le responsabilità ricadono esclusivamente nei confronti del Consorzio, dimenticandosi, che l’Assemblea del Consorzio è formata da ben 3 componenti della sua maggioranza consiliare che il Sindaco stesso ha nominato con decreto. Dimenticandosi che le risorse da corrispondere per attivare il recupero dei crediti, necessitano di un impulso della Giunta Comunale che il Sindaco stesso presiede. Dimenticandosi che tutte le somme per il funzionamento del Consorzio dipendono da una scelta politica che non può che provenire dalla Giunta di Bari Sardo in concomitanza con la Giunta comunale di Loceri. Ma anche questa interpellanza non è servita a nulla perché, analizzando il bilancio abbiamo visto che sia per il 2013 che per gli anni a venire, oltre ai 30.000€ per il cofinanziamento delle nuove opere sullo stesso, non c’è nessuna somma destinata al recupero del credito!!! Forse anche le somme da destinare al consorzio non vengono programmate dal Sindaco?? Oppure vengono programmate a sua insaputa?? La nostra paura è che alla fine, tanto per cambiare, a perderci saranno i cittadini, poiché in una situazione del genere, prima o poi rischia di determinare la chiusura del Mattatoio così creando un forte disagio tra gli allevatori, i quali per la macellazione di un solo capo di bestiame saranno costretti a raggiungere delle mete sicuramente non alla portata di tutti.

Un’ultima considerazione sul bilancio pluriennale, si pensava che almeno la mobilitazione dei commercianti servisse a far in modo che, se non nell’immediato, per il futuro, alcune tasse venissero ridimensionate. E invece sia per 2014 che per il 2015 è previsto un costante aumento sia per la Tares ( o come si chiamerà l’anno prossimo) che per l’addizionale Irpef, stesso discorso per gli incarichi professionali esterni che da 157.000€ passeranno a 160.000€ nel 2015.

 

4. Art. 175, comma 8, D. Lgs. 267/2000 “Variazione di assestamento generale del bilancio annuale di previsione” esercizio finanziario 2013
Per quanto riguarda questo punto, in sintesi, si tratta di aver valutato alcune spese di bilancio, relativamente alle spese legge alla TARES al fine di ridurre la stessa di circa € 50.000,00. E questo ci piace, anche se, ma questo è n punto di vista, avrei preferito che avessero dedicato tempo a trovare una soluzione utile per l’applicazione della TARSU, anziché per ridurre di così poco la TARES.

O ancora avrei preferito che avessero scelto di usare questi € 50.000,00 a copertura dell’aumento che la TARES porta alle attività commerciali, infatti con € 50.000,00 si copriva non solo il 20% di aumento ma anche la tassa per lo stato e per la provincia.

Non capisco come si possa ancora dire che l’amministrazione non aveva altra scelta, quando a nostro avviso un amministrazione davanti si trova tra centinaia di possibilità.

Forse non sono in grado di vederle.

 

Conclusioni
Non ci trova assolutamente d’accordo con il Sindaco l’unica risposta dataci in occasione di questa seduta:

“il Sindaco si trova a fare da parafulmine di queste situazioni…”.

Nel caso della Tares non è solo il Sindaco il responsabile ma tutti i Consiglieri che insieme al Sindaco compongono la maggioranza. Considerato che in un paese di quasi 4000 abitanti, i numero dei Consiglieri è stato ridotto, e l’Amministrazione è composta da 13 membri di cui 9 di maggioranza e 4 di opposizione, e considerato che nella seduta in questione era assente il Vicesindaco Melis, sarebbe bastato che 2 Consiglieri di maggioranza si esprimessero con parere contrario, che le tariffe sulla Tares non sarebbero state approvate!!

Ma tant’è, ennesima occasione persa, in compenso la ringraziamo per i regali di Natale, fatti a noi e a tutti i nostri concittadini:

  • la Tares, che metterà mano ai portafogli di tutti noi portando alcuni a dover usufruire a breve dei servizi sociali, altri a chiudere le loro attività. E come è giusto che sia… i regali di Natale non si aprono in anticipo, e per questo che i nostri amministratori hanno deciso di tenere sotto l’albero fino all’ultimo giorno i nostri F24 Relativi alle nostre tasse.
  • bellissime fioriere e aree verdi dove passare il tempo quando non avremo più niente da fare, avendo chiuso bottega. Il presepe in Comune è a buon punto, speriamo che mettano le luminarie di Natale per tempo, e anche quest’anno è andato.

 
Grazie

2 Commenti
  • iole melis
    Postato alle 18:51h, 06 dicembre Rispondi

    Mi chiedo quali saranno le tariffe per i non residenti, come mia madre, che non producono e non conferiscono rifiuti. Spero non ci costringano a vendere la casa, costruita con tanta fatica e sacrifici da mio padre! Noi cittadini onesti, paghiamo l’ Imu come seconda casa, al contrario di tanti falsi residenti, sulla carta, nei confronti dei quali non si applica alcuna tariffa.

    • Valerio
      Postato alle 14:53h, 08 dicembre Rispondi

      Abbiamo posto la sua domanda nel Consiglio del 28 Ottobre. Durante l’approvazione del regolamento Tares, ci aveva colpito il passaggio relativo alle riduzioni di tariffa, che dava possibilità di usufruirne ai non Residenti, ma solo a condizione che vivano al’estero.
      Chiedemmo: – ma che differenza c’è se uno è residente a Milano/Roma, o a Parigi?
      Nonostante la segnalazione, non è stata fatta lacuna modifica in merito.
      Quindi consiglierei a sua madre di prendere la residenza all’estero. di sotto cito la parte del regolamento inerente il punto di suo interesse.
      Sul post della sintesi della precedente riunione è possibile scaricare l’intero Regolamento TARES di Bari Sardo.

      Art. 23. Riduzioni per le utenze domestiche
      1. La tariffa si applica in misura ridotta, nella quota fissa e nella quota variabile, alle utenze domestiche che si trovano nelle seguenti condizioni:
      a) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero: riduzione del 20 %;
      2. Le riduzioni di cui al comma precedente si applicano dalla data di effettiva sussistenza delle condizioni di fruizione se debitamente dichiarate e documentate nei termini di presentazione della dichiarazione iniziale o di variazione o, in mancanza, dalla data di presentazione della relativa dichiarazione.
      3. Le riduzioni di cui al comma 1 vengono concesse a condizione che il soggetto dichiari di non voler cedere l’alloggio in locazione o comodato.
      4. Alle utenze domestiche che abbiano avviato il compostaggio dei propri scarti organici ai fini dell’utilizzo in sito del materiale prodotto si applica una riduzione del 5%. La riduzione è subordinata alla presentazione, entro il 31 Dicembre dell’anno precedente, di apposita istanza, nella quale si attesta che verrà praticato il compostaggio domestico in modo continuativo nell’anno successivo.
      5. Suddetta istanza sarà valida anche per glia anni successivi, purchè non siano mutate le condizioni, con l’obbligo per il soggetto passivo di comunicare tempestivamente al Comune, la cessazione dello svolgimento della attività di compostaggio.
      6. Sia l’istanza di richiesta di riduzione che quella di cessazione verrà tempestivamente comunicata del Comune al soggetto gestore il servizio raccolta rifiuti.
      7. Con la presentazione della istanza sopra citata il contribuente autorizza altresì il comune e il soggetto gestore il servizio di raccolta a provvedere a verifiche, anche periodiche, al fine di accertare la reale pratica di compostaggio.
      8. Le riduzioni di cui al presente articolo cessano di operare alla data in cui ne vengono meno le condizioni di fruizione, anche in mancanza della relativa dichiarazione.

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